Cappella di S. Maria di Corsignano |
Chiesa di S. Lucia |
Questa cappella, costruita nel 1950 come si rileva da una delle quattro lapidi esistenti, è sorta sul luogo in cui si riteneva erroneamente in passato esistete la chiesa di S. Maria di Corsignano. Presenta un ampio piazzale alberato e una scalinata di accesso. L’ingresso è costituito da una cancellata; l’altare è in pietra locale. Sul fronte ci sono due nicchie laterali; di recente è stata trafugata la copia dell’edicola di Maria Santissima di Corsignano e sostituita da un’altra realizzata dallo scultore Paolo Palumbo. La cappella fu voluta dall’Amministrazione Democristiana” nel 1950 e dalla tenacia dell’arcidiacono mons. Michele Marmora e realizzata sul luogo ove, forse, sorgeva la medioevale chiesetta di S. Sofia e S. Irene eretta nella seconda metà del VII secolo, resti dell’antico casale di Corsignano risalente ad epoca romana. La cappella appartiene al Capitolo della Cattedrale.
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Di piccole dimensioni e disadorna, si ravviva solo in occasione della festività di S. Lucia. All’interno del tempio è visibile la statua in pietra della Santa, opera del ‘700 dello scultore giovinazzese Antonio Altieri. La costruzione, oggi è formata da un unico grande ambiente rettangolare, che misura internamente m 8,60 x 4,90; è orientata con l’asse lungo la direzione nord – sud ed è fornita di un altro piccolo ambiente di forma pressoché trapezoidale che misura mediamente m 3,80 x 3,20, addossato per un lato alla parete nord della chiesa e che funge di sacrestia. L’edificio è coperto con volte a botte e presenta un’altezza intermedia di m 4 misurata dal pavimento all’intradosso delle volte. L’altare è sistemato sulla parete sud, mentre alle estremità delle due pareti lunghe si presentano: l’abside ad est e la porta principale d’ingresso a ovest. Indubbiamente allo stato attuale, la chiesa ha una posizione piuttosto insolita rispetto alle classiche chiese cristiane, in quanto la porta principale, risulta lateralmente e non di fronte all’altare. Osservando però con una certa attenzione, il pavimento, si nota che esso è virtualmente, è la risultante della fusione di un rettangolo ben delimitato, comprendente la porta e l’abside, e di un quadrato simmetricamente attaccato a sud, e che contiene l’area presbiteriale. Inoltre, sollevando gli occhi e osservando le volte, meglio si nota l’innesto di queste corrispondenti esattamente all’unione delle due zone di pavimento. Il complesso è formato da tre corpi distinti: la chiesetta romanica, il vano quadrato nel quale è predisposta la zona presbiteriale con l’altare e il piccolo vano che serve da sacrestia. E’ una delle chiese più antiche edificata, secondo una tradizione, sulle rovine di un tempio gentilesco dedicato a Diana. Dal ‘600 fino al secolo scorso, fu detta “Santa Lucia in Marasco o Marsico”. Fino al secolo XV appartenne all’abbazia di Marsico in Abruzzo. Accanto alla chiesa ci fu un monastero di frati dell’ordine dei minori osservanti, formatosi verso il secolo XV. Nel 1478, per una disastrosa pestilenza il casale fu abbandonato e più tardi a causa delle guerre tra francesi e spagnoli anche il convento fu chiuso. La chiesa di S. Lucia appartiene al Capitolo della Cattedrale.
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Torre d'Aconto |
Torre Mani di S. Francesco |
Torre a pianterreno costruita a base quadrata e ad un unico ambiente; all’interno sono presenti finestre e feritoia, un camino, e nicchie per lucerne. E’ voltata a botte. Una caditoia sormonta l’ingresso che si presenta architravato.
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Torre ad un unico ambiente con copertura a chiancarelle; all’interno è presente una volta a botte e un camino; la porta retrostante è stata modificata aprendo un grosso ingresso. Si rileva una certa somiglianza alle chiese di San Basilio e Angelo Santo. Sono state fatte modifiche al fine di adibire la costruzione a deposito per mezzi agricoli. Si trova in cattivo stato di conservazione.
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