Crocifisso |
Casino Zurlo |
Si tratta della Chiesa oggi detta del Crocifisso, da cui prende il nome la strada che porta al cimitero. Dal popolo è chiamata anche “Chiesa dei Monaci”, con riferimento all’annesso convento dei frati Cappuccini che vi risiedono dal 1866. Iniziata dal vescovo Giacomo II, fu completata nel 1350 dopo il saccheggio di Giovanni Pipino. L’atto notarile, in pergamena, dice che Tommaso Di Guglielmo, sindaco di Giovinazzo, nell’anno 1350 consegna al capitolo della Cattedrale diciassette once d’oro e sette carlini d’argento, quale contributo dell’Università per la costruzione della Chiesa di Santa Croce. Nella chiesetta si venera un antico Crocifisso ligneo rinvenuto, secondo la tradizione, sulla vicina riva del mare. Secondo gli storici, verso la metà del ‘400 dovette subire danni, forse causati dalle soldataglie dei Principi Orsini e Caracciolo. A tal proposito, il Lupis dice testualmente: “Santa Croce in via Melficti rovinata”. Fu restaurata ed ingrandita con un’ampia navata nel 1587 per volontà del vescovo Luciano De Rossi e affidata al capitolo Cattedrale. Particolarmente interessante è la chiesetta originaria, la cui calotta emisferica è protetta all’esterno da una piramide realizzata a “chiancarelle”.
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Antico complesso appartenente in passato alla nobile famiglia giovinazzese Zurlo di origine partenopea. La costruzione si presenta in ottimo stato ed attualmente risulta abitata. E’ costituito da casa nobiliare, grosso ambiente adibito a trappeto o stalla e comprende una cappella di cui è visibile un artistico campanile a vela a un fornice con pinnacoli laterali e una piccola campana, a suo interno si conserva un affresco e una finestra lobata. Al piano superiore dell’edificio principale, che si sviluppa su due piani, sono presenti i gattoni che sostenevano una caditoia. A piano terra ci sono grossi archi a sesto ribassato, oggi in parte ciechi, e sulla chiave di volta di uno di essi è presente una decorazione. La grossa lamia è caratterizzata da volta ogivale e una successione di aperture ad archi a tutto sesto che danno sul giardino. Alcune colonne in pietra ornano gli esterni. La porta che dà sulla strada e che serviva da accesso alla chiesetta, ora murata, ha un portale sormontato da un timpano con al centro una finestra circolare. Oggi è inglobata in un complesso artigianale.
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Casino Montedoro |
Torre Don Pasquale |
Masseria costruita su tre piani con il piano terra adibito a deposito agricolo e i piani superiori a stanze da alloggio. Al primo piano si accede tramite una scala esterna. Il lungo viale di accesso lastricato a basole porta nel cortile in cui è presente anche un palmento. A piano terra è presente una cappella, dove sul portale, costituito da arco a sesto ribassato, in rilievo sulla chiave di volta si vede l’ideogramma “IHS”. Su un lato della costruzione si nota una decorazione in rilievo dalle forme di testa di capra attorniata da foglie in cui si leggono le iniziali F.P. Il complesso è circondato da vasto giardino. Recentemente è stata restaurata ed è attualmente abitata. Una stanza del complesso ha una caratteristica volta a stella. A due angoli del complesso sono presenti due vedette, di diversa altezza fra loro, con coperture a chiancarelle. E’ da considerare il buono stato di conservazione del complesso. Potrebbe risalire al XIV sec. ed in obituario del 1300 in data 25 marzo, la località su cui sorge la masseria aveva la denominazione di “Loco Aurifice”.
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Torre a pianterreno, ristrutturata e ad un ambiente; presenta una base quadrata, è adibita a deposito per attrezzi agricoli; all’interno è presente una scala a chiocciola in pietra; sono presenti un ingresso sul fronte e uno sul retro oggi tompagnato. Si presenta in buono stato di conservazione.
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